
1 mese di tempo. Uno zaino da trekking. Una videocamera e una fotocamera. L’autostop e i mezzi pubblici. Circa 25 protagonisti e realtà del cambiamento che andrò a visitare e raccontare.
Ecco le quattro realtà che Bernardo ha incontrato.
«L’idea di Leila è “semplice”, quanto rivoluzionaria – spiega Bernardo – L’obiettivo è promuovere la cultura della condivisione di oggetti. “In fondo abbiamo bisogno di utilizzare, non di possedere” mi dice Antonio, il fondatore. In pratica a Bologna ci sono delle “biblioteche” che ospitano oggetti, messi a disposizione di chi decide di partecipare al progetto. L’iscrizione costa 10 euro all’anno e basta portare un oggetto, in cambio si può prendere in prestito tutto ciò che altri hanno messo a disposizione».
«Al momento Leila si sta tenendo in piedi grazie al lavoro volontario, ed è proprio questa una delle sfide: riuscire a diventare sostenibili anche dal punto di vista economico. “Il sogno è quello di fare un polo culturale – dicono – Quindi, ad esempio, artigiani che tengono corsi sui saperi che si stanno perdendo. Oppure corsi su come riparare oggetti”. Quello che mi ha colpito di questa realtà è la “semplicità” di fondo e l’impatto che questa piccola grande idea crea nella comunità. Impatto sociale, economico, ambientale, culturale e relazionale».
Bernardo Cumbo ha deciso molto presto di dare una svolta alla propria vita fuori dagli schemi. Dopo un docu-film a 21 anni e un anno trascorso in un ecovillaggio, ora parte per un viaggio «con lo scopo – spiega – di ispirare e aggregare giovani raccontando alternative di vita, di lavoro e di relazioni sociali». Terra Nuova sostiene come mediapartner Bernardo nel suo progetto.
«Nonostante l’insicurezza, l’insoddisfazione e la solitudine, credo che noi giovani vogliamo cambiare – spiega – Cambiare vita, lavoro. Cambiare il mondo in meglio. Nonostante la “crisi”, la disoccupazione, lo spread che sale, il pil che scende, so che esiste un’Italia sconosciuta alla maggioranza dei giovani, e non solo, che cambia l’oggi per un domani migliore».
«Per un anno ho vissuto all’ecovillaggio Panta Rei in Umbria – prosegue Bernardo – Quando tornavo a casa, a Città di Castello, e incontravo qualche amico, gli raccontavo che stavo vivendo in un ecovillaggio. Luoghi in cui ci si impegna per trovare un equilibrio ambientale. Nel caso di Panta Rei riusando e raccogliendo l’acqua, costruendo con materiali naturali e cercando di autoprodursi il massimo. Luoghi in cui la ricchezza è il lavorare e vivere a stretto contatto con persone diverse: imprenditori in cerca di armonia, anziani visionari, estrosi artisti, giovani cercatori e tante altre persone meravigliose. La maggioranza degli amici reagiva con stupore, meraviglia e incredulità. Ma come può essere altrimenti se la scuola, i media tradizionali e canali di comunicazione utilizzati dai giovani non ne parlano?».
«Con queste motivazioni inizio un viaggio di un mese. Non avendo per scelta l’automobile, mi muoverò con treni, bus, autostop e con le mie gambe. Partirò con uno zaino in spalla in cui, oltre alle normali cose da viaggio, avrò una fotocamera e una videocamera. L’obiettivo è ispirare e aggregare giovani raccontando le alternative di vita, di lavoro, d’impresa e di società. Startup sociali e culturali, comunità, giovani, aziende e persone che diminuiscono l’impatto sull’ambiente, migliorano la propria qualità di vita e quella degli altri. E questo sarà solo il primo passo di un viaggio più impegnativo e più elettrizzante: creare la più grande comunità di giovani che vogliono un futuro migliore e vogliono impegnarsi insieme a metterlo in pratica».
Bernardo lavora come strappabiglietti al cinema, è creatore di contenuti nel tempo libero, appassionato di comunicazione e «pure uno chef quando strettamente necessario».
«Dopo le scuole superiori ho cercato le risposte a molte domande – spiega – I ragazzi, finita la scuola, vengono catapultati in un società complessa e per certi aspetti estranea. Non conosciamo l’economia, il capitalismo, la politica; insomma, non conosciamo i sistemi su cui oggi si fonda la nostra società. Ci rendiamo conto che viviamo in una società in crisi; e come si può trasformare questa crisi in opportunità? Sono in cerca di persone e giovani che desiderano portare un impatto positivo nel mondo».